venerdì 30 maggio 2014

Flash n. 401 del 30 maggio 2014 - Ancora Boffalora


Ancora Boffalora.
Riprendiamo a trattare di Boffalora (o Milano Santa Monica). Ne avevamo scritto sul Flash n. 398, a seguito dell’assemblea, organizzata dai residenti il 16 aprile 2014. Allora erano stati presentati i problemi più significativi del quartiere, e cioè: teleriscaldamento, gestito monopolisticamente dalla Cofely a prezzi doppi di quelli del mercato; pompe, in continuo utilizzo e a costi elevatissimi, per evitare allagamenti; mancanza di un parco giochi per bambini; mancanza di collegamenti diretti con la Cassanese.
Mercoledì 28 maggio 2014 l’occasione per parlarne è stata fornita da una commissione Territorio, nella quale si dovevano discutere due mozioni. Una di Berardinucci (IdV) sulla richiesta di un Parco Giochi, e una di Ancora (Pd) sulla necessità di escutere la fideiussione a seguito delle inadempienze del costruttore Vegagest. Ma si è iniziato con il tentativo (vano), dell’assessore Lazzari (Territorio) di fare chiarezza su quanto è accaduto negli ultimi anni. Da parte dell’amministrazione  si è proceduto nella convinzione che fosse meglio dare continuità all’attuale operatore Vegagest, anche con continui rinvii della decadenza della convenzione (fino alla fine del 2013), invece di ritirarla, a fronte delle inadempienze dell’operatore, e escutere la fideiussione (inizialmente di 30 milioni di euro). Mongili (Pd), Ancora (Pd) e Monti (Insieme per Segrate) hanno continuato a chiedere spiegazioni, in particolare sui passaggi poco chiari. Ad esempio, mentre in un primo momento era stato detto che, con comunicazione del 15-3-2014, la Cofidi segnalava che, a seguito del fatto che Vegagest non pagava le rate di copertura della fideiussione, loro sospendevano il pagamento della fideiussione stessa, adesso si scopre che la Cofidi non aveva neppure le prerogative per emettere fideiussioni, come confermato anche da una nota della Banca d’Italia. Si è capito comunque che il 3 aprile 2014 l’amministrazione ha dato il via al procedimento per chiedere l’annullamento della convenzione Boffalora, e che il 5 giugno presenterà in Consiglio Comunale una delibera che chiede di: 1. Risolvere per inadempienze la convenzione esistente; 2. Demandare agli uffici competenti la verifica dei presupposti per la richiesta di danni (valorizzandoli) all’operatore. Monti sottolinea che: “Nulla di tutto questo è mai stato segnalato ai consiglieri comunali”, e chiede una relazione scritta puntuale.

 

Alla fine ci pensa Sandro Tinelli (Comitato Boffalora) ad evidenziare gli effettivi valori in gioco. “C’è una problematica sociale – dice Tinelli -. Nei conti del condominio c’è un buco di 135.000 euro, ai quali vanno aggiunti altri 40.000 in arrivo. Il condominio è fallito. Ci restano solo altri 3 mesi di autonomia. Non avendo più i soldi per fare funzionare le pompe, il secondo sottolivello verrà allagato, compromettendo impianti elettrici e idraulici. Rischiamo la dichiarazione di inagibilità dei locali e di passare l’invero al freddo e al buio”. Tinelli si pone anche delle domande: “I locali in edilizia convenzionata avrebbero dovuto avere gli stessi standard qualitativi di quelli in edilizia normale. Se questi standard non sono stati rispettati, anche il comune è parte lesa? Vegagest ha fatto un accordo in esclusiva con Cofely per l’impianto di teleriscaldamento e ne sta facendo pagare i costi a noi. E’ corretto?”. Tinelli conclude: “L’amministrazione deve impregnarsi a trovare una soluzione per i più di 300 cittadini in crisi”. Ma l’amministrazione sembra impegnata a dire le azioni che ha fatto più che a mostrare i risultati ottenuti. Ma è sui risultati che si misura (anche nelle urne elettorali) l’efficacia dei politici.

Le prossime tappe sono: una nuova commissione Territorio, martedì 3 giugno alle ore 17.00, per approfondire la delibera alla quale abbiamo accennato precedentemente; e un Consiglio Comunale, giovedì 5 giugno alle 20.30,  per affrontare il tema Boffalora in tutti i suoi aspetti. I residenti della Boffalora saranno sicuramente presenti.

venerdì 23 maggio 2014

Flash n. 400 del 23 maggio 2014 - Tasi e altre tasse


Tasi e altre tasse
Segrate è uno dei pochi (un migliaio) comuni italiani che hanno definito in tempo utile le tariffe delle tasse locali. Come sappiamo, e come era stato presentato dall’assessore al Bilancio Grioni durante la commissione del 13 febbraio 2014 (vedi Flash n.391), da quest’anno  entra in vigore la IUC (Imposta Unica Comunale), che è costituita da TARI (tributo sul Servizio Rifiuti), IMU (Imposta Municipale Unica) e TASI (tributo per i Servizi Indivisibili). Sullo sfondo ricordiamo che c’è anche il tema, dopo anni di proroghe alla San Marco,  dell’assegnazione della gestione della riscossione Tributi. Al bando di Gara hanno “dimostrato interesse” tre aziende. Una sola, però, si è presentata alla scelta finale. Questa azienda è la San Marco, e quindi poco cambierà rispetto agli anni precedenti.
Ma vediamo quali sono al momento i termini della questione. Naturalmente sono sempre possibili delle variazioni, in particolare per quanto riguarda le scadenze, visto cosa sta succedendo ai comuni che non hanno ancora definito le tariffe e per i quali, a oggi, la scadenza della Tasi è già slittata al 16 ottobre (forse).
 
TASI. La Tasi è teoricamente prevista per i Servizi Indivisibili, e cioè illuminazione pubblica, manutenzione strade, verde pubblico e sicurezza dei cittadini, servizi che non possono essere attribuiti al singolo utente. In realtà, come afferma Grioni: “La Tasi è l’Imu camuffata con un nome diverso”. La Tasi prevede l’aliquota dell’1,9 per mille della rendita catastale delle abitazioni principali (l’Imu era al 4 per mille). Sono previste le seguenti detrazioni  (erano -200 euro per tutti e -50 per figlio):
-100 euro per le rendite catastali fino a 300 euro
-50 euro per le rendite catastali tra 301 e 400 euro
-25 euro per le rendite catastali tra 401 e 500 euro
Nessuna detrazione oltre i 500 euro.
In sintesi, poco cambia per chi aveva bassi livelli di IMU. Risparmia di più (l’aliquota scende dal 4 all’1,9 per mille) chi pagava alti valori di Imu. Per la Tasi, le scadenze sono al 16 giugno (50% del dovuto) e al 16 dicembre (restante 50%). Al contrario di quanto promesso inizialmente, le famiglie non riceveranno i bollettini di pagamento preventivamente compilati. Il comune metterà a disposizione (a breve) sul suo sito un programma per effettuare i conteggi e stampare automaticamente il modello F24. Oppure si potrà ricorrere agli uffici della San Marco per calcolo e stampa individuali. Ci è stato detto che il software per la stampa automatica degli F24 per tutti i cittadini segratesi non è disponibile (!?!).

 

IMU. L’Imu, imposta patrimoniale vera e propria sugli immobili, si pagherà su tutti gli immobili tranne che sulla prima casa. Le tariffe restano quelle dell’anno scorso, e principalmente lo 0,95% per le seconde case e lo 1,06% per i fabbricati di categoria D, cioè opifici, capannoni industriali, ospedali, ecc.  Per l’IMU sono previste le scadenze del 16 giugno (50%) e del 16 dicembre (restante 50%), con i versamenti da effettuarsi col modello F24, anche qui stampato da computer o ricorrendo agli uffici della San Marco.

 

TARI. La Tari è la vecchia Tares o Tarsu. Viene pagata per compensare i costi della raccolta rifiuti. Nel 2014 si pagherà meno che nel 2013, in quanto viene eliminata l’aggiunta di 0,30 euro/mq che era stata effettuata nel 2013 e che andava direttamente allo Stato.  Sono previste tre scadenze: 30 luglio, 30 settembre, 30 novembre. I modelli di pagamento preventivamente compilati saranno inviati direttamente alle famiglie.

sabato 10 maggio 2014

Flash n. 399 del 10 maggio 2014 - Bilanci


Bilanci
 
 
L’amministrazione comunale aveva pianificato per lunedì 12 maggio 2014 una sessione del Consiglio Comunale dedicata al Bilancio Consuntivo 2013. Vista però la legge che “pospone i termini di deliberazione dei rendiconti 2013 dal 30 aprile al 30 giugno 2014” il Consiglio Comunale del 12 maggio “viene revocato per effettuare ulteriori verifiche”.
Ma durante le discussioni preparatorie in commissione Bilancio, erano emerse un paio di cose interessanti, che hanno anche causato commenti imprecisi in rete. Vediamole.
 
AcquaMarina. Il 7 febbraio 2011, il comune di Segrate, a seguito di alcune decisioni prese a livello nazionale, aveva deciso di  disfarsi della consociata AcquaMarina, la società preposta alla gestione di piscina, palestre, spazi sportivi e relativi corsi. Dato che le attività le erano state assegnate senza concorso, i dirigenti responsabili erano stati chiamati dalla Corte dei Conti (maggio 2012) al rimborso delle spese legali (83.000 euro).  Non solo, per ripianare i Bilanci 2010 e 2011, il Comune si era accollato 200.000 euro. Inoltre aveva rinunciato a crediti per altri 200.000 euro. Infine, il 31 maggio 2012, per chiudere la questione e azzerare il passivo di AcquaMarina, il Consiglio Comunale aveva deciso di stanziare altri 300.000 euro. La variazione di Bilancio era stata approvata dalla maggioranza con la bocciatura da parte della minoranza, alla quale si erano aggiunti Casadio (allora PdL), Seracini (allora Fli) e Mombelli (Misto). 
Nella commissione Bilancio del 5 maggio 2014, l’assessore Grioni fa sapere che la Corte dei Conti ha comunicato la sua “forte perplessità” (che vuol dire: “parere negativo”) sull’intervento del Comune, in quanto AcquaMarina è una società per azioni e, come tale, chiamata a rispondere da sola dei propri debiti. L’amministrazione ha cercato di convincere i creditori ad annullare il debito, ma la risposta è stata negativa. In particolare la Banca di Sondrio non intende rinunciare ai propri 200.000 euro. Grioni suggerisce di lasciare fallire AcquaMarina (attualmente è in stato di liquidazione) e di lasciare che sia poi la Procura a chiedere l’intervento del Comune. Per ora va annullata la decisione del Consiglio Comunale del maggio 2012.
Vedremo come andrà a finire questa storia senza fine.
 
Assicurazioni Generali. Le Generali possiedono molti palazzi sul territorio comunale, tra i quali quelli della Mondadori e, in particolare la cascina Tregarezzo, abbattuta e ricostruita. Il Comune aveva riscosso dalle Generali oneri per 1.300.000 euro, che una sentenza dell’agosto 2010 dichiarava non dovuti. Il Comune, in questi anni, aveva fatto finta di niente, ma ora i nodi sono arrivati al pettine e il Comune è chiamato a pagare. Questo fatto risulta in un “debito non previsto” per il Comune con le relative immaginabili conseguenze negative sul Bilancio. L’amministrazione sta ora chiedendo alle Generali di rinunciare agli interessi e di permettere una rateizzazione del debito su tre anni, in modo da rendere più facilmente assorbibile l’impatto della restituzione.
 
Sono questi i nuovi fatti che hanno fatto rinviare l’approvazione del Bilancio 2013 o c’è ancora dell’altro?