Relazione dell'ex Vicesindaco Manuela Mongili
Sulla stampa e sui social si
diffondono voci e commenti sul contenuto della relazione che ho inviato a
Sindaco e Consiglieri, e chiesto di discutere nella sua sede propria, che è il
consiglio comunale; voci e commenti che sono inesatti e ritengo di dover
precisare.
Nella mia relazione non ho
mai parlato di reati, né essa contiene minacce.
I reati sono e devono restare di competenza esclusiva dell'Autorità
giudiziaria.
Io ho posto solamente un
problema politico.
Ho parlato di ingerenze
nella attività amministrativa da parte del Segretario cittadino del PD.
Ho richiamato, a supporto,
un insieme di fatti, che lo stesso Sindaco (perfino “a mente fredda e dopo
averci dormito una notte”) ritenendoli rilevanti e non pettegolezzi e
semplici chiacchiere, ha denunziato alla giunta in maniera abbastanza formale,
e dandovi grande peso.
Ora, onde evitare che sul
contenuto della mia relazione, si faccia “uno spezzatino”, e si diffondano
illazioni non controllate e non controllabili, o opinioni sbagliate e non
fondate sulla realtà, ritengo opportuno pubblicarla nella sua interezza.
Così, chiunque vi abbia
interesse, se ne potrà fare una opinione diretta, e non mediata attraverso le
parole di chi la commenta a più riprese sui giornali, tenendola però nascosta
in un cassetto.
Preciso che, sotto il profilo
umano, non nutro alcun risentimento o livore, e anzi mi sento più serena di
prima
Ho semplicemente fatto, nei
modi corretti e nel rispetto delle mie prerogative, ciò che ho ritenuto giusto,
e anzi mio preciso dovere fare.
E' stata portata a termine
con prepotenza, nei confronti di una Vicesindaco, quale io ero, eletta con
ampio consenso, che stava operando bene e a favore dei cittadini, una
operazione violenta, ingiusta e ingiustificata, allo scopo di ridurla al
silenzio e alla quiescenza, e soffocare così il dibattito su questioni
rilevanti, su cui chiedeva risposte chiare.
Ho ritenuto di reagire, nel
rispetto della mia dignità, del mio ruolo, dell'ampia fiducia che ho ricevuto
dai cittadini al momento del voto, e, sempre, delle regole.
La mia azione, politica e
amministrativa, resta così completa, per chi la vorrà ricevere e farne un buon
uso.
E per il resto....Chi ha
cucinato questa minestra, adesso se la mangi.
Manuela Mongili------------------------------------------------------------------
RELAZIONE
PER IL CONSIGLIO COMUNALE
Oggetto:
ritiro fiducia e deleghe al Vicesindaco Mongili.
Il
Segretario PD di Segrate ha chiesto al Sindaco di sfiduciarmi, in quanto non
allineata con le indicazioni del Partito: “cantavo fuori dal coro”.
Il Sindaco ha
accolto la richiesta, motivando dapprima in vari modi, e infine dicendo, in
buona sostanza, che “non ho rispettato la consegna del silenzio”.
Questo il
contenuto del Provvedimento sindacale n. 4/2017 di revoca delle deleghe: “valutato con rammarico alcune dichiarazioni
alla stampa locale e la diffusione inopportuna di comunicazioni da parte del
Vicesindaco Manuela Mongili, che, se pur legittime in relazione alla libertà di
azione politica e di espressione democratica, hanno tuttavia compromesso in modo
irrimediabile il necessario rapporto di fiducia fondamentale per il
mantenimento delle deleghe conferite; precisato che il venire meno della
fiducia nei confronti dell'Avv. Manuela Mongili non è in ogni caso da
intendersi riferito a qualsivoglia valutazione relativa a qualità personali o
professionali dell'Assessore revocato decreta di revocare da nomina Vicesindaco
e assessore del Comune di Segrate dell'Avv. Manuela Mongili con decorrenza
immediata”.
Su tali
contestazioni, del Segretario PD e del Sindaco, non ho niente da obiettare.
Rispondono a verità e sono documentate. Va però detto che si è aperto un CASO
POLITICO, e come tale va trattato e discusso in Consiglio Comunale, che è
la sede propria.
I
comportamenti del Segretario del PD Dalerba, con la quiescenza del Sindaco,
davano luogo a confusione di ruoli: ruolo politico di semplice indirizzo da una
parte (ad esempio, più verde, meno cemento, più scuole, più attenzione alle
categorie fragili......ecc) e ruolo amministrativo, di attuazione in concreto, nelle
forme e nei modi possibili, degli indirizzi politici, attraverso atti
amministrativi (delibere di Giunta, delibere di Consiglio, atti dei dirigenti e
degli uffici), dall'altra parte.
Questo è un
problema da me avvertito immediatamente, anche perchè questa ambiguità e
confusione di ruoli determinava, in concreto, che si scaricassero sulla Giunta
le responsabilità di atti concepiti e voluti altrove, di cui sovente la Giunta
veniva messa a parte all'ultimo momento, con un “pacchetto” già confezionato, che,
ora per un motivo, ora per un altro, doveva essere approvato in gran fretta,
così come era.
Il
risultato veniva conseguito attraverso la sistematica minaccia, per un verso,
da parte del Segretario, del venire meno dell'appoggio e della fiducia dei consiglieri
comunali del PD sulle delibere di consiglio, e per altro verso con la
sistematica minaccia del ritiro delle deleghe da parte del Sindaco agli
Assessori. Ingerenze e intromissioni quindi, intollerabili, come è risultato
sempre più evidente nell'arco di questo anno e mezzo, ed è dimostrato dai
seguenti fatti:
1)
Questione
Boffalora e imposizione del Segretario PD di riduzione del 50% delle
volumetrie.
A
pochi giorni dalle elezioni, la precedente giunta Alessandrini aveva adottato
il PII “Milano 4 You”, che si sostituiva, con alcune modifiche, al PII Cascina
Boffalora, precedentemente approvato dal Consiglio Comunale nel 2004, mai
completato, e che, a causa della decozione dell'operatore, tanti problemi aveva
causato sia all'Amministrazione comunale (fidejussioni) che ai cittadini
(condominio Boffalora); problemi tutti a me ben noti per averli trattati nel
corso del mio mandato di Consigliere Comunale PD all'opposizione, nella tornata
amministrativa 2010-2015.
La nostra Giunta, appena insediata, doveva quindi
decidere se approvare il piano già adottato dalla Giunta Alessandrini, ovvero
bocciarlo, ovvero modificarlo.
Il
Sindaco aveva dato mandato all'Assessore al territorio di trattare con i
proponenti (Vegagest e Red) per chiudere la questione Boffalora a certe
condizioni. L'Assessore aveva trattato e concluso, conformemente alle
indicazioni, 2 riservando al Sindaco l'ultima parola, dopo che il Proponente
avesse fornito una impegnativa con l'accettazione delle condizioni, cosa che la
Vegagest faceva, depositando la relativa bozza integrativa di convenzione in
data 16.11.2015. Il Sindaco, però, nel frattempo, aveva cambiato idea. Ciò
avveniva a seguito della imposizione, da parte del Segretario PD, di una
riduzione delle volumetrie del 50% sul PII adottato, e già modificato
conformemente ai desiderata della Amministrazione. Quindi, il Sindaco, faceva
pervenire in giunta, il 19/11/2015, il testo di una delibera nella quale le
richieste dei Proponenti venivano bocciate e il PII, come adottato e
modificato, veniva respinto. L'assessore al territorio rappresentava alla
Giunta di non potere approvare la delibera proposta, facendo presente che aveva
trattato e concluso con i Proponenti secondo le indicazioni del Sindaco, che
erano state tutte accettate dai proponenti; proponeva quindi alla Giunta una
sua astensione. L'Assessore al Bilancio interveniva allora, prima del voto, per
sostenere la tesi che tale posizione dell'Assessore al Territorio avrebbe
comportato che gli venissero ritirate le deleghe, e il Sindaco assentiva. E
così l'Assessore al Territorio, e tutta la giunta compatta, dovettero votare la
delibera, sulla fiducia nell'operato del Sindaco.
La
reazione dei Proponenti il piano, come noto, non si è fatta attendere. Oltre ad
un ricorso nei confronti della Amministrazione Comunale, con richieste di
risarcimento danni per 70 milioni di euro, veniva proposta una azione diretta,
con richiesta di ingentissimi danni, anche nei confronti di ciascun componente
della Giunta, sia in qualità di assessore che in proprio, sulla base del fatto
che non erano state prese in considerazione le integrazioni al PII depositate
il 16.11.2015, in cui i proponenti aderivano alle richieste
dell'Amministrazione. Con l'azione nei confronti di ciascun assessore, i
proponenti il piano hanno lasciato intendere che la bocciatura della proposta
di PII avesse, evidentemente, altre ragioni, di natura non amministrativa, su
cui chiamavano a rispondere ciascun componente delle Giunta.
Il componimento successivo della vertenza ebbe
un epilogo quanto mai sconcertante. Dopo trattativa diretta del Sindaco,
l'accordo con i Proponenti fu raggiunto e ratificato, sulla base di un nuovo
PII, che conteneva l'abbattimento del 50% delle volumetrie, come da indicazione
del Segretario PD, e alla condizione che venissero ritirate le richieste di
risarcimento danni a carico del Sindaco e dei 3 componenti della Giunta. A ciò
conseguì effettivamente il ritiro della causa nei confronti del Sindaco e degli
Assessori, come hanno titolato i giornali, in data 16.9.2016, e come io ho
appreso dalla stampa ancor prima che mi venisse notificato l'atto di rinuncia.
Il che aggravava ancor più la vicenda, perchè apriva la strada alle ipotesi le
più svariate.
2)
Il
Pizzino
Nella prima metà del mese di maggio2016, il
Sindaco si presentava in giunta mostrando un foglio di carta manoscritto, con
alcuni nomi, e affermando che tale bigliettino gli era stato consegnato dal
Segretario PD Dalerba, con la richiesta di affidare a quei nominativi degli
appalti o delle consulenze. Non so se questo fatto sia vero o falso, né so che
significato attribuirgli; ma, per la tranquillità di tutti, io, a seguito di
una riunione del coordinamento del Partito, chiedevo chiarimenti al Segretario
del PD, alla presenza anche di un Consigliere Comunale PD e dell'Assessore al
Bilancio. Ne seguiva una frenetica telefonata tra Segretario PD e Sindaco, che
il Segretario dapprima diceva di voler mettere in viva voce, poi invece teneva
unicamente per sé. A seguito di ciò il Sindaco, immediatamente, inviava agli assessori
della giunta un messaggio: “Sono davvero
incazzato e deluso da tutti voi, Vergognatevi. Se volete fare la guerra a
Damiano non la fate usando me. Gli assessori del PD hanno tradito la mia
fiducia. Sia chiaro che domani ritiro le deleghe.”
Seguiva,
la mattina successiva, il messaggio dell'Assessore al Bilancio “è stata Manuela e solo Manuela ad attaccare
Damiano. Nessun altro. Ognuno deve assumersi la responsabilità delle proprie
azioni”
Io
non so, ripeto, se il fatto sia vero o falso; gli interessati dovranno comunque
spiegare questo fatto, il perchè sia avvenuto, e con quale finalità; io, per la
tranquillità di tutti, su questo fatto ho ritenuto di chiedere chiarimenti.
3)
Il
reimpasto delle deleghe.
Il
Segretario del PD, dopo tale fatto, si incontrava con il Sindaco, e 4 chiedeva
un reimpasto delle deleghe, che poi, di fatto, avveniva nel mese di settembre.
Nel frattempo veniva fatta circolare la voce che io avrei perso le deleghe,
perlomeno quella di Vicesindaco.
4)
Il
Gruppo di lavoro PD sul PGT
Intromissione
nella politica del territorio da parte del Segretario PD, che chiedeva e
otteneva dal Sindaco un gruppo di lavoro del PD sul PGT, in parte
composto da operatori locali, il cui portavoce risultava essere, nei fatti,
l'esponente PD Lorenzo Dell'Orto, e che, forse, sarebbe stato più opportuno
evitare, come dimostra la successiva vicenda tra Assessore al Territorio e
portavoce del Gruppo PGT, che si riporta sotto, sub 5).
5)
L'alterco
tra l'Assessore al Territorio e il portavoce del Gruppo di lavoro PD.
Il
Sindaco, in data 1.10.2016, metteva la Giunta a conoscenza della lettera mail
inviata al Segretario PD e p.c al Capogruppo PD in Consiglio Comunale, in cui
scriveva:
“Damiano, stavolta
tocca a me recriminare per un fatto decisamente grave, direi anzi inaccettabile
e te ne parlo dopo averci dormito sopra per evitare una reazione a caldo che
avrebbe potuto essere eccessiva. Mi riferisco a quanto ha detto Lorenzo
Dell'Orto nell'incontro che il Gruppo di Lavoro del PD ha avuto ieri con
Roberto De Lotto sul procedimento da seguire per la riconvenzione Boffalora.
Nel caso non ti sia stato riferito, sappi che nel corso della discussione
Dell'Orto è arrivato a ipotizzare che l'idea di un percorso accelerato,
sostenuta nel corso dell'incontro da De Lotto, per l'approvazione del nuovo
piano edilizio fosse dettata da qualche forte interesse, evidentemente
illecito. Di fronte alla reazione di Roberto, ferma e immediata, mi riferiscono
che Dell'Orto abbia cercato di dire che non si riferiva ai presenti. Non è stato
fatto il mio nome, ma è noto che le trattative con la proprietà e gli operatori
sono state condotte principalmente dal Sindaco e dall'Assessore
all'Urbanistica. Mi rendo conto che a volte nelle discussioni animate possa
sfuggire qualche parola di troppo e ho accettato finora critiche aspre e
pesanti cercando di trovarle ragionevoli, ma
non ammetto, nel modo più assoluto, che venga messa in dubbio la
assoluta onestà e trasparenza mia o quella di Roberto De Lotto. Ti chiedo di
riferire la mia irritazione e il mio sconcerto all'interessato e ti comunico
che valuteremo più attentamente la necessità di prossimi incontri
tecnico-politici, visto che da luogo di confronto sono diventati occasione per
plateali gravi insinuazioni. Una lettera di "chiarimenti" sarebbe
inoltre a mio avviso piuttosto opportuna ma su questo e sugli eventuali
contenuti mi affido al tuo senso di responsabilità e alle tue valutazioni.”
Questa
comunicazione del Sindaco era rivolta al Segretario PD, e mette in evidenza una
ulteriore manifesta intromissione del Segretario PD nella azione amministrativa
e negli atti amministrativi, ed è il segno chiaro di una confusione e
commistione tra ruolo politico e ruolo amministrativo. Il Segretario avrebbe
dovuto limitarsi ad un indirizzo politico per la stesura del PGT (per es. più
verde e meno cemento...); ma certo non gli compete la realizzazione di un PGT
parallelo a mezzo di un gruppo di lavoro.
Dal
canto mio, sull'episodio, chiedevo chiarimenti al Segretario, precisando che il
Partito deve esprimersi in maniera unitaria, a seguito di un trasparente
confronto, e con atti trasparenti; non possono essere portate avanti istanze
diverse, su tavoli diversi, in cui gli uni sono all'oscuro di ciò che fanno gli
altri; mettevo in guardia dai rischi di questo modo di operare e chiedevo al
Segretario di porvi rimedio.
6)
Il
documento PD che chiede il rimpasto di Giunta.
A
fine ottobre 2016, si è verificato un attacco virulento contro Sindaco e Giunta
da parte del Segretario PD, il quale ha portato in Coordinamento un documento,
a firma di Liliana Radaelli, che è stato approvato, in cui si contestava
violentemente l'operato dell'Amministrazione e si concludeva con la richiesta
di un rimpasto di giunta.
Il
documento è stato anche fornito da qualcuno alla stampa locale. Successivamente
vennero ancora fatte girare voci secondo le quali io ero destinata alla perdita
delle deleghe.
7)
Ingerenze
rispetto al bilancio.
Un
altro fatto significativo riguarda il bilancio.
Nel
mese di dicembre 2016, il Segretario del PD, dopo avere tentato una prima
sortita di contestazione alla Giunta (opposizione alla maggioranza dai banchi
della maggioranza), e alla coalizione, in occasione di una riunione di
maggioranza sul bilancio, lamentando che il bilancio non era gestito; poi, non contento,
intimava, con una mail diretta al Sindaco, di intervenire rispetto al bilancio
in modo strutturale, con un progetto di rientro graduale, da spalmare su 8-9
anni, in cui prevedere l'estinzione dei mutui attraverso i proventi delle
pratiche SUAP e l'alienazione del patrimonio immobiliare dell'ente; per tali
ragioni, al contempo, chiedeva il blocco dell'attività degli atti
amministrativi in itinere, là dove coinvolgessero l'utilizzo del patrimonio
pubblico. Detto blocco era da riferirsi, come precisato dal Sindaco alla
Giunta, anche al progetto in itinere per l'utilizzo dello spazio dell'ex liceo
San Raffaele di Milano 2, da adibirsi a spazio per le famiglie, a me affidato
dal Sindaco, e che stavo portando avanti da un anno, con il coinvolgimento attivo
della cittadinanza, e che era ormai pronto a partire (era pronta la delibera di
giunta di indirizzo, ed era pronta la manifestazione di interesse per la città,
preparata dagli uffici), e su cui è stato anche vinto il bando regionale sul
PTO (politiche temporali) da € 30.000,00. Tale blocco indicato dal Segretario
avrebbe coinvolto anche il progetto di coworking su Cascina Ovi, portato avanti
da un altro Assessore, anch'esso in itinere.
Ciò,
a mio avviso, costituisce una intromissione che non è nelle competenze e nelle
funzioni di un Segretario di partito, e costituisce una chiara ingerenza nella
attività amministrativa, che io contestavo vivacemente al Sindaco e agli altri
assessori, oralmente e via mail, sollecitando Sindaco e Giunta a procedere nei
nostri atti in autonomia, come ci competeva.
8)
I
chiarimenti con il Segretario PD rispetto alle ingerenze sul bilancio.
Successivamente
alla mia mail di cui sopra, in cui lamentavo con la Giunta l'ingerenza del
Segretario PD e chiedevo a Sindaco e Giunta di andare comunque dritti per la
nostra strada (mail che qualcuno aveva fatto avere al Segretario PD), ci fu,
poco prima di Natale, un incontro tra me e il Segretario, alla presenza di un
consigliere comunale PD, dove il Segretario pretendeva le mie scuse formali per
il fatto che avessi definito un “belato” la sua sortita inopportuna di bloccare
le attività della giunta e imporre una procedura 7 particolare sul bilancio, ed
aggiungeva che io, solo formalmente, sarei stata il “capo delegazione”, ma che,
di fatto, “a comandare sarebbe stato lui”, e quindi avrei dovuto seguire le sue
indicazioni, anche amministrative. Su tale posizione del Segretario, io
dissentivo, e lo richiamavo al rispetto reciproco dei rispettivi ruoli: di
indirizzo politico il ruolo del Segretario; di azione amministrativa il ruolo
del Vicesindaco. Ad ogni modo, nel tentativo di non esasperare il contrasto e
di comporre la questione in modo saggio, nel reciproco rispetto dei ruoli e
delle attribuzioni, dopo l'incontro inviavo una mail di chiarimenti al Sindaco
e alla Giunta, che però non era di gradimento del Segretario, come mi faceva
sapere.
9)
Le
minacce di ripercussioni in Consiglio Comunale.
A
crisi aperta, dopo che sono stata pubblicamente sfiduciata dal Segretario PD,
il Capogruppo PD minacciava conseguenze ove il Sindaco non avesse accolto la
richiesta di sfiducia nei miei confronti (Giorno Martesana del 13.1.2017).
10)
La difficoltà del Sindaco ad uscirne
Il Sindaco, dopo tali dichiarazioni del
Capogruppo PD, in data 14.1.2017, mi suggeriva di attivarmi presso i
consiglieri del PD, parlando con loro ad uno ad uno. In pratica, mi si chiedeva
di fare il giro dei consiglieri PD con il cappello in mano, per chiedere la
grazia (e l'appoggio in Consiglio). Cosa che io non accettavo, chiedendo invece
al Sindaco che la questione fosse discussa in Consiglio Comunale.
CONCLUSIONI.
Ritiro
della fiducia nei miei confronti:
Mandante
=il Segretario PD Dalerba e quelli che rappresenta.
Esecutore
= il Sindaco.
Morale della storia = “colpiscine una per
educarne cento”.
Per
questi fatti, non potevo, come è facile capire, accettare nessuna mediazione
e nessun compromesso, che mi avrebbero
privato della mia autonomia di giudizio e della mia indipendenza come pubblico
amministratore. E proprio per questi fatti intendo ricorrere al TAR, per
esercitare il mio potere/dovere di rappresentare i miei elettori, ed ottenere
una reintegra che mi consenta in totale indipendenza, l'esercizio del mandato
di rappresentanza affidatomi dai miei elettori, nell'interesse della città.
Rilevo
anche sin d'ora che la c.d. “Procedura di predissesto finanziario”, detta anche
di “riequilibrio finanziario pluriennale”, potrebbe voler significare, come è
d'uso, che, per prevenire lo stato fallimentare è necessario dare fondo a tutte
le risorse, e ricorrere anche a misure straordinarie, che non sono contenute
nel nostro programma elettorale....
Segrate,
30 gennaio 2017
Manuela Mongili